Antonio
Bianchetti è nato a Forlì in un piovoso marzo del secolo scorso, anche
se tra Cantù e Como vive da oltre quarant' anni in questa provincia. Si
è diplomato all' Istituto d' Arte Applicata di Cantù e ha lavorato nel
campo del fumetto, della grafica e della pubblicità, anche se ora (per
necessità) è impiegato in un' importante azienda alimentare, leader
nella produzione di prodotti biologici, e viene a casa ogni sera con i
capelli dritti (e tristi) perchè ogni giorno lotta contro dirigenti
rompipalle, compagni servili, operai pettegoli e stanchi sindacalisti.
Presto lo vedremo confezionato in uno yogurt, nel tentativo di leggere i
propri versi a milioni di fermenti lattici vivi (invece che ai soliti
quattro gatti).
È socio del "Gruppo Àcàrya" da molti anni e attualmente è il
presidente dell' associazione, con non pochi problemi: è anarchico e ha
sempre odiato i capi; sua moglie se la tira e vuole essere chiamata
"first lady"; i suoi amici vogliono continue raccomandazioni e i
suoi nemici lo accusano di conflitto d' interessi.
Oltre alla poesia è
appassionato di arti visive e di musica e alla commistione di queste
ultime con le parole. Non a caso insieme a un gruppo di amici ha fondato
una band-letteraria denominata M.G.M. (malta geneticamente modificata) poi
confluita in un collettivo artistico chiamato "Esilio di
sicurezza" con cui ha realizzato una
lunga serie di performance multimediali in Italia e nel Canton
Ticino e pubblicato tre libri dal titolo:
"Cinquanta
milioni di Marylin Monroe non possono sbagliare"
del 2002 (Ikona Edizioni);
"Asheton Road (una radio-suite)" del 2004 autoproduzione
Metallic (K)rhymes, e appunto "Esilio di sicurezza" del 2008
(Lampi di Stampa Editore), dove le liriche interagicono con effetti
grafici, suoni e fotografie dentro un immaginario moderno.
Da segnalare la performance "URLA
LIQUIDE / BRUCIARE ACQUA – Dal diluvio al deserto di un futuro
dimenticato" presentata al festival di "Parolario" del
2003.
Predilige la poesia americana, o meglio, una forma di narrazione lirica e
la sua trasposizione da parte di alcuni cantautori quali: Bob Dylan,
Leonard Choen, Jim Carroll, Nick Cave, Tom Waits e altri.
Colleziona fossili e dischi in vinile. Minaccia, soprattutto a se stesso,
di pubblicare un libro tutto suo, mentre i fermenti lattici stanno morendo
nell' attesa della sua ultima poesia.
Per ulteriori informazioni:
www.antoniobianchetti.wordpress.com
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SPIRITS HOTEL
Ombre soltanto ombre
giacciono
vicino a ogni rimbombo
sperando di essere udite
A volte si toccano
abbracciano il buio
s'inventano un gesto
una carezza
una certezza presto svanita
oltre la nullità
Scendono
a colmare una voragine
a ripercorrere tutti i piani
con la vaga possibilità
di essere viste sentite
ad aprire le porte
che tutti conoscevano da tempo
e che tutti rifiutavano
come se un varco
fosse un' identità una verità
mascherata da fantasma
È facile inventare
uno spavento una storia
dalle frasi enormi
e perverse
una stanza chiusa
un rumore
negli stretti corridoi
di una giornata
Troppo comodo
Qualcuno rimane
convinto
che esista un ritmo
dietro a ogni singolo grido
E dorme
con gli occhiali scuri
per non dimenticare la notte
o l' ultimo sogno
al risveglio
o l' incubo ricorrente
sperando
di passare tra i muri
senza sbattere il muso
Ombre soltanto ombre
crescono
vicino a ogni rimbombo
sperando di essere capite.
TERMINAL
…e invece devi partire
anche se nei posti vuoti
qualcuno è stato dimenticato
o si è nascosto dietro ai confini
che separano mondo e latrine
nonostante le attese
…e invece devi iniziare
come se il giorno avesse
un’infinita serie di biglietti
da mostrare al tempo
e ai responsi di condanne
solamente obliterate
…e invece devi carpire
la smorfia l’espressione
gli occhi truccati
dalle torture
che mummificano il vento
tra cobalto e screen-saver
e non guardare dove le parole
hanno significati vicini al mutamento
se ascoltate
nell’orgia di un megafono
o sull’orlo di un respiro recitato
prima dell’arrivo
Terminal…
…e invece devi partire