E' nato a Como nel 1966, dove attualmente risiede e lavora. Dice di aver cominciato a scrivere i primi balbettanti versi alle scuole superiori dopo aver ascoltato e letto per la prima volta Fabrizio De André e Jacques Prèvert. Negli anni a venire non fa altro che cercare di scopiazzarne i versi, camuffandoli astutamente.Ancora oggi continua a scrivere balbettanti versi solo per cercare di vincere premi in denaro ai concorsi letterari perché è molto avido e crede che Dante Alighieri sia stato un cantautore dell'epoca. Nutre anche diversi interessi per le filosofie orientali e certe aritmie della sua metrica sono inconsapevoli derivazioni da questo pensiero meditativo. E' socio da diversi anni ed ha pubblicato insieme a un collettivo di amici denominati M.G.M. ( malta geneticamente modificata) il libro "Cinquanta milioni di Marylin Monroe non possono sbagliare" dove insieme alle parole si unisce una certa multimedialità legata all'espressione sopraccitata. Nel 2012 pubblica il quaderno Acàrya nr. 40 "L'ultima volta che ho visto un cavallo era nell'ascensore" da cui sono tratte queste prime due poesie..
LIBERA LIBERTA'
Non ha senso la vita
senza te
ogni spiaggia diventa
l'ultima
ogni bicchiere diventa
vuoto
ogni uomo diventa solo
in un bicchiere
sulla spiaggia
con la vita
nel pugno
chiuso
nella rena.
IL GRANDE SOGNO
Corri da me
su un milione di scale arrugginite.
Corri da me
su un milione di treni impazziti.
Corri da me
attraverso città sepolte
Corri da me
attraverso fiumi d'acciaio
Corri da me
Tu che mi hai visto fuggire
attraverso un sogno
tu che mi hai visto dissolvermi
attraverso un ' idea
Corri da me
in una vertigine di onde radio
Corri da me
in un ribollire di armadi a muro
Attraverseremo deserti di pietra
fino a raggiungere i laghi bianchi dell'oblio
fino a che non faremo esplodere
il nostro amore nello spazio
fino a che non rimarrà solo un sottile rumore
come quello di un ventilatore
che ronza sul soffitto
fino alla fine del mondo.
Tamburi africani
Si
avvicina tossendo
il temporale vestito a festa
con i suoi bagliori estivi
in lontananza
come il cane che abbaiava alle ruote
del giorno di corsa
prima che il treno gli staccasse la testa
tutto è perfetto
come volevi tu
porte che urlano
finestre che ridono
ginnasti in tuta blu
la decadenza della repubblica
in stilo lirico
e
con effetto quasi onirico
nero lucido da scarpe
nel cielo / pioggia incessante
e tamburi africani
ed eccolo apparire
tra le nuvole e i divani
che si aprono come un sipario
tra la magia dei lampi
e lo scoppio dei tuoni.
Lo Zeppelin in fiamme
che va a bruciare
dentro la tempesta
le ombre del novecento
e il tempo sale le scale
con i suoi meccanici
vestiti di orologi a vento
e frusta loro la schiena
fino a far tornare
il presente
schegge impazzite di sole
nelle pozzanghere della via
e giapponesi che ballano la samba
senza nostalgia
CAFFE' 900
SOLLEVATE DA UNA SPIRALE
LE ULTIME FOGLIE D’AUTUNNO
PORTATE DA UN FREDDO VENTO
E LE RARE TRACCE DI NEVE
MI FANNO TORNARE ALLA MENTE
GLI ULTIMI SILENZI DI
EINSTEIN
SULLA FISICA DELL’ANIMA
L’EGOCENTRISMO
UBRIACANTE
DI PICASSO E DALI’
IN UNA CORRIDA DI COLORI
IL SORRISO DISPETTOSO
DI CHAPLIN
TRA DENTI E BULLONI
LA GRAZIA INSISTENTE
DELLE DITA DI RUBINSTEIN
SUL PIANOFORTE DI CHOPIN
E LE BRACCIA UNIVERSALI
DI GHANDI E TERESA DI CALCUTTA
ATTORNO AL MONDO
CON QUESTO TEMPO
COSI’ POVERO E AFFAMATO
DI GRANDI PERSONALITA’
BEVIAMO UN THE E UN CAFFE’
AL BAR ‘900
TERRA DI NESSUNO
LUI
ADESSO HA UN NEGOZIO
DI CHITARRE AL TERMINE DELL’UNIVERSO
LO INCONTRO DI
RADO
MI DOMANDA SE SONO CAMBIATO
SE OGGI SONO DIVERSO
QUALCHE VOLTA MI
TELEFONA
FA IL NUMERO SBAGLIATO
MA SI GIUSTIFICA DICENDO
CHE AVEVA VOGLIA DI SENTIRMI
LUI
ADESSO VIVE CON SUA MADRE
DICE DI SENTIRSI PIU’ VICINO A SINISTRA
MA DICONO CHE LEI ALLA SERA
GLI SCIOGLIE I SOGNI NELLA MINESTRA
PER TENERLO PIU’ TRANQUILLO
LUI
ADESSO VIVE NELLA TERRA DI NESSUNO
E NON PARLATEGLI PIU’ DI QUELLA RAGAZZA
I CUI OCCHI RICORDAVANO L’ERBA VERDE
DI UN PRATO SOTTO IL CIELO D’IRLANDA
CHE SE NE ANDO’ VIA CON MESTIZIA
FORSE PROPRIO PERCHE’ TRADITA
NEL GIORNO DELL’AMICIZIA