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Magda Azzi Fagetti

 

Magda Azzi Fagetti è nata a Como nel 1939, è laureata in lingue e letteratura francese alla Bocconi, ha pubblicato "Trenta minuti insieme" (1998) edito da Enzo Pifferi, corredato da un video (regia di Vittorio Moretti e voce narrante di Giorgio Masciocchi) e la raccolta di poesie L'incontro (2005), con prefazione del prof. Vincenzo Guarracino. Figlia di Giordano Azzi e cugina di Gisella Azzi  e di Maria Azzi Grimaldi ha evidentemente  ereditato insieme al DNA il gene della scrittura. Rinunciando ad ogni velleità femminista, negli anni roventi in cui il femminismo imperava, ha scelto di dedicarsi alla "professione" di moglie, di madre ed infine di nonna e in questo campo ha fatto una gran carriera! La sua poesia si snoda attraverso un caleidoscopio di argomenti, nasce dall'osservazione e la susseguente interpretazione dei casi della vita captata giorno per giorno, del destino individuale e famigliare, ma anche della coscienza dei drammi collettivi.
La sua poesia è nitida, elegante, asciutta senza enfasi o effetti scontati, di sottile sensualità, di femminilità, di intensa sensibilità. E' il riflesso della sua persona, della sua solarità, del suo sorriso nell'atto di un saluto, nel trattare con le persone; l'amore, la sua gioia di vivere riescono ad attutire angosce e miserie.
 

SCRIVERE POESIA

Gocce di poesia,
gocce di rugiada per non appassire,
pioggia di faville d’anima,
serena risposta
all’eterna assenza futura;
            eredità tangibile
            dello spirito errante.

Inquietudini sommerse
Si staccano dalla mia anima
come dall’albero le foglie
            rinsecchite,
non già per inerzia di pensieri,
ma per rinvigorire
nuovi germogli.

 

DIVERSITA'

Il colore

    della malinconia
    tinge gli abiti
    della mia anima.

S’è fatto buio,
    l’orizzonte
    della mia finestra.

Gli occhi
    contro il cielo
    per imprecare
            se esiste
              un Dio:

Fantasie di rami
    disegnano
            la luce
    del tramonto,
    il colore dell’amore
    accarezza
    armonie e dissonanze,
    serena sarà la notte
    se il cuore
    e la mente
    s’inchineranno
    al mistero    

 

Filastrocca per il mio papà Giordano 

Anche tu sei stato
           bimbo di borgata,
Anche tu sei stato
           principe azzurro
Anche tu sei stato
           imperatore
nel tuo castello di numeri
           e di poesia
dove echeggiava un linguaggio
           universale;
la tua fede negli uomini
           (spesso tradita) é stata il tuo "credo"
e per "il Cristo - uomo" hai gridato entusiasmi
           troppo grandi per la nostra povera umanità.
Poi hai voluto abdicare
           il nostro cantastorie hai preferito diventare
e come saggio vecchio
           farti ossequiare.
Sei stato sei e
           sempre sarai
il nostro grande papà
che la cosa più importante
          in eredità ci hai lasciato:
il compromesso dello spirito
          mai accettare.